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Estate

 Si sedeva spesso in quell’angolo di spiaggia un po’ selvatico, dove l’erba cominciava ad avere la meglio sulla sabbia. Le piaceva trovare il suo angolino, sistemare l’asciugamano e farsi solleticare i piedi da quell’erba forte, cresciuta in piccoli ciuffi disordinati, spettinata dal vento. Le piaceva particolarmente restare lì fino a tardi la sera, fino a quando il sole calava laggiù dietro gli ultimi ombrelloni già chiusi, e l’aria, dopo un pomeriggio assolato, le faceva sentire un piacevole brivido sulla pelle. Allora, quando il vociare dei bambini e le chiacchiere degli adulti scemavano via, le piaceva particolarmente entrare piano nell’acqua, nessuno attorno, tutto calmo. L’acqua era calda, di sera, e lei si lasciava trasportare dalla leggera corrente in quel mare calmo e poco profondo, dai fondali misteriosi e ricchi di alghe.  I suoi giorni d’estate preferiti però, erano i giorni piovosi. Quando, svegliandosi nella sua camera bianca e azzurra, dalla finestra sopra al s...

Cemento vivo

Sono a letto, sto cercando sciocchezze e ricordi su internet. All'improvviso una frase mi appare nella mente : mi ricordo all'improvviso un'immagine di Milano, periferia, forse era marzo. Era il 2013, ma sembra ieri. Quel giorno avevo deciso di prendere il tram in direzione contraria, esplorare, perdermi nel cemento più vivo della città. Un paio di fermate prima del nulla, scendo. Attorno a me sorge un grosso complesso di palazzine aggrovigliate le une alle altre, quasi recenti, quasi belle, tutto sommato. Piccoli sprazzi di verde qua e là, giovani alberelli ancora spogli, forse qualche germoglio ogni tanto. Ero andata lì con un motivo preciso, in fondo :volevo fotografare, documentare, raccontare la città del popolo, non la Milano fighetta ma la Milano più vecchia, più eterogenea e nascosta. Quella della gente che incontravo al mercato del giovedì mattina, un mix di odori e visi che ho bene impresso in mente. Cammino un po' su e giù per qu...

Credere in se stessi.

Questa pagina bianca da riempire spaventa, a volte. Ma come in ogni cosa, ciò che spaventa è solo l'inizio. Iniziare una cosa nuova mi ha sempre terrorizzata: poi, coi miei tempi (più o meno biblici, a seconda ..) ho sempre fatto tutto. Tranne credere in me stessa. Questo è un compito di tutt'altro spessore e difficoltà, e nemmeno ora, superata la fatidica soglia dei trenta, sento di crederci davvero. Le cose sono migliorate, e se non altro ora ho capito dov'è il problema, quale sia il vero nodo da sciogliere, ma siamo ancora lontani dalla soluzione vera e propria. O meglio lo saremmo - lo sarei, non so il perché del plurale...forse perché conforta non pensarmi "sola" - dicevo, lo sarei se continuassi a reagire a questo pout-pourri di momenti che è la vita con i miei soliti tempi biblici, estenuanti agli occhi di molti. Sono stata 5 mesi a pensare se aprire o meno una pagina online per pubblicizzare il mio lavoro, ciò che amo e che finalmente non ho paura di dir...